Il tasso di conversione è una delle KPI da tenere maggiormente d’occhio. Partiamo con la definizione: è il rapporto tra sessioni e transazioni, è una percentuale che indica quante “visite” si sono trasformate in vendite.
- Come puoi notare dall’immagine sopra allegata, ci sono grosse differenze nei tassi di conversione tra settori. Aggiungi poi ulteriori disparità tra paesi, stagioni, dispositivi e altro. Amazon vanta un tasso di conversione del 13%, che è quasi sette volte la media del settore.
- Mentre, il tasso di conversione medio dell’e-commerce per paese è: Germania: 2,22%; Stati Uniti: 1,96%; Regno Unito: 1,88%; Danimarca: 1,80%; Paesi Bassi: 1,78%; Grecia: 1,44%; Francia: 1,10%; India: 1,10% ed Italia: 0,99% (Ecommerce Europe). Registriamo tassi di conversione più alti per i nostri clienti, dopo mesi di lavoro ed un’analisi assidua dei dati per portare la loro performance al di sopra della media.
- Otto americani su dieci (82%) consultano valutazioni e recensioni online prima di effettuare il loro primo acquisto su un e-commerce. Sempre gli utenti americani affermano che le recensioni incentivano molto gli utenti all’acquisto (46%) e responsabilizzano le aziende nei confronti dei propri clienti (45%) (Pewresearch).
- Le fonti di traffico incidono sia sul tasso di conversione sia sul valore medio degli ordini. Facciamo un rapido elenco: da traffico diretto il valore medio è di 112,01 dollari, da email 105,59, da search 94,58 e dai social media 79,01 dollari (Statista). Anche qui registriamo dati diversi dai nostri clienti ben superiori, nella maggior parte dei casi, ai valori medi sopra riportati. Specialmente, un funnel di remarketing e win back customers permette di sfruttare molto bene le fonti di traffico social ed email marketing.